Blocco appunti con titolo buoni propositi per l'anno nuovo e una penna per compilarli

Buoni propositi: come rispettarli con strategie efficaci

L’arrivo del nuovo anno rappresenta da sempre un momento simbolico di riflessione e rinnovamento. Uno dei rituali più comuni è quello di fare i famosi buoni propositi: promesse che ci facciamo per migliorare la nostra vita, raggiungere nuovi obiettivi o correggere comportamenti che riteniamo dannosi. Se da un lato la fine dell’anno ci stimola a guardare avanti, dall’altro ci porta a riflettere su ciò che non abbiamo ancora realizzato. Tuttavia, come tutti sappiamo, rispettare questi propositi è una delle sfide più difficili. Nonostante le buone intenzioni, molti buoni propositi svaniscono nel nulla dopo poche settimane o addirittura giorni. Ma perché accade questo? E soprattutto, come possiamo aumentare le probabilità di mantenerli?

 

Il meccanismo psicologico dei buoni propositi

I buoni propositi si basano su una combinazione di motivation (motivazione) e self-control (autocontrollo), due concetti fondamentali nella psicologia del cambiamento. All’inizio dell’anno, il nostro cervello è in uno stato di alta attivazione emotiva: il “futuro ideale” ci sembra più vicino e le opportunità di miglioramento sono molteplici. Questo stato emotivo alimenta la nostra motivazione a cambiare.

Tuttavia, la motivazione da sola non è sufficiente a garantire il successo a lungo termine, per questo molto spesso le nostre aspettative e intenzioni falliscono. Ecco alcuni fattori e processi coinvolti nel fallimento dei buoni propositi:

  1. Ottimismo irrealistico: la nostra mente tende a sopravvalutare la nostra capacità di mantenere i buoni propositi nel tempo. È facile immaginare che, una volta preso un impegno, sarà facile seguirlo. Tuttavia, questa visione ottimistica può essere un ostacolo, poiché non consideriamo la fatica, la monotonia e gli imprevisti che si presenteranno durante il percorso.
  2. Procrastinazione: molti iniziano l’anno con grandi progetti, ma non riescono a passare all’azione. La procrastinazione è un meccanismo psicologico comune che impedisce di iniziare. Spesso, si rimanda l’inizio di un cambiamento pensando che sarà più facile farlo in futuro, ma il futuro non arriva mai. Questo comportamento è radicato nella nostra difficoltà a gestire il disagio temporaneo e l’impegno che il cambiamento comporta.
  3. Ricerca di gratificazione immediata: il cervello umano è naturalmente incline a cercare gratificazioni immediate, e i buoni propositi spesso richiedono sacrifici e sforzi a lungo termine. Per esempio, smettere di fumare o andare in palestra richiede una costante volontà di resistere alla tentazione di gratificazioni più immediate (un caffè, una sigaretta, una serata sul divano). La difficoltà nel resistere alle tentazioni quotidiane può portare a cedere rapidamente.
  4. Bassa autostima e senso di fallimento: se non riusciamo a rispettare i nostri buoni propositi, questo può abbattere la nostra autostima e farci sentire falliti o incapaci. La frustrazione che ne deriva può spingerci a rinunciare a tutti i nostri obiettivi, perché siamo convinti che non siamo in grado di raggiungerli.
  5. Mancanza di strategie concrete: molti buoni propositi sono generici e non ben definiti. Ad esempio, “perdere peso” è un obiettivo vago, mentre “perdere 5 kg in tre mesi seguendo un piano alimentare e facendo esercizio fisico per 30 minuti tre volte alla settimana” è un obiettivo chiaro e raggiungibile. La mancanza di una pianificazione strategica aumenta il rischio di fallimento.

 

Strategie per rispettare i buoni propositi

Nonostante le difficoltà psicologiche legate ai buoni propositi, ci sono diverse strategie psicologiche che possiamo applicare per aumentarne la probabilità di successo. Ecco alcune delle più efficaci:

  1. Fissare obiettivi SMART: uno degli errori principali che si commettono quando si fissano buoni propositi è renderli troppo vaghi. La teoria degli obiettivi SMART (Specifici, Misurabili, Achievables – Raggiungibili, Realistici e Temporizzati) è una delle chiavi per il successo. Un obiettivo SMART è chiaro, misurabile e ha una scadenza definita. Ad esempio, invece di dire “voglio leggere di più”, un obiettivo SMART potrebbe essere: “leggere 12 libri entro la fine dell’anno, leggendo almeno 20 minuti al giorno”. Questo tipo di obiettivo è concreto e fornisce una direzione chiara.
  1. Suddividere gli obiettivi in piccole azioni: un altro errore comune è quello di cercare di fare troppo in una volta sola. La psicologia del cambiamento suggerisce che gli obiettivi più grandi vanno suddivisi in micro-obiettivi. Invece di “mangiare sano”, prova a focalizzarti su azioni quotidiane come “assumere verdura durante il pranzo” o “evitare cibi fritti per tutta la settimana”. Ogni piccolo successo contribuirà a costruire la fiducia necessaria per proseguire.
  1. Creare routine e abitudini quotidiane: sono potenti alleate per il successo dei buoni propositi. Quando un comportamento diventa parte della nostra routine, il cervello non lo percepisce più come uno sforzo, ma come un’azione automatica. Ad esempio, se desideri allenarti regolarmente, prova a farlo sempre alla stessa ora e nello stesso luogo. Più un’attività diventa un’abitudine, meno sarà necessario fare affidamento sulla forza di volontà.
  1. Monitorare i progressi: è essenziale per rimanere motivati. Utilizzare un diario, un’app o una tabella di marcia può essere utile per tenere traccia dei miglioramenti. La sensazione di “avanzamento” è motivante e aiuta a mantenere alta la concentrazione. Ad esempio, se il tuo obiettivo è smettere di fumare, segnare ogni giorno senza sigarette ti ricorderà i progressi fatti e ti darà una spinta per andare avanti.
  1. Sostenere l’impegno con il supporto sociale: le ricerche psicologiche dimostrano che il supporto sociale può avere un impatto significativo nel raggiungimento degli obiettivi. Condividere i propri propositi con amici, familiari o colleghi può aumentare la responsabilità personale. Inoltre, gli altri possono offrire incoraggiamenti e motivazione nei momenti di difficoltà. Ad esempio, un gruppo di amici che si allena insieme per raggiungere obiettivi fitness avrà più probabilità di successo di un singolo individuo che si allena da solo.
  1. Essere flessibili e perdonarsi: non abbattersi di fronte a un piccolo fallimento. Il cambiamento è un processo, non un evento, e ci saranno sicuramente alti e bassi. Se non riesci a rispettare un obiettivo per un giorno o una settimana, non significa che hai fallito definitivamente. È importante perdonarsi e riprendere il percorso senza colpevolizzarsi.

 

Conclusioni

I buoni propositi di fine anno sono un modo naturale per riflettere sui nostri desideri e aspirazioni, ma la psicologia ci insegna che spesso ci scontriamo con ostacoli interni che rendono difficile mantenerli. Tuttavia, con un approccio strategico e consapevole, è possibile aumentare notevolmente le probabilità di successo. L’uso di obiettivi SMART, la suddivisione in micro-obiettivi, la creazione di routine, il monitoraggio dei progressi, il supporto sociale e la flessibilità sono tutte chiavi psicologiche per trasformare i nostri buoni propositi in realtà concrete. Il cambiamento richiede pazienza, ma con le giuste strategie, possiamo fare in modo che ogni anno sia davvero un anno di crescita personale e di successo.

Fonti

  • Baumeister, R. F., & Vohs, K. D. (2007). Self-regulation, ego depletion, and motivation. Social and Personality Psychology Compass, 1(1), 115-128.
  • Clear, J. (2018). Atomic habits: An easy & proven way to build good habits & break bad ones. Avery.
  • Duhigg, C. (2013). Il potere delle abitudini: Perché facciamo quello che facciamo nella vita e negli affari. Rizzoli.
  • Dweck, C. S. (2006). Mindset: The new psychology of success. Random House.
  • Goleman, D. (2004). Il cervello emotivo. Franco Angeli.
  • Morelli, R. (2020). La mente di un leader: Come allenare la mente per prendere le decisioni giuste. Sperling & Kupfer.
  • Prochaska, J. O., & DiClemente, C. C. (1983). Stages and processes of self-change of smoking: Toward an integrative model of change. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 51(3), 390-395.

 

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Buoni propositi: come rispettarli con strategie efficaci

Fonti

  • Baumeister, R. F., & Vohs, K. D. (2007). Self-regulation, ego depletion, and motivation. Social and Personality Psychology Compass, 1(1), 115-128.
  • Clear, J. (2018). Atomic habits: An easy & proven way to build good habits & break bad ones. Avery.
  • Duhigg, C. (2013). Il potere delle abitudini: Perché facciamo quello che facciamo nella vita e negli affari. Rizzoli.
  • Dweck, C. S. (2006). Mindset: The new psychology of success. Random House.
  • Goleman, D. (2004). Il cervello emotivo. Franco Angeli.
  • Morelli, R. (2020). La mente di un leader: Come allenare la mente per prendere le decisioni giuste. Sperling & Kupfer.
  • Prochaska, J. O., & DiClemente, C. C. (1983). Stages and processes of self-change of smoking: Toward an integrative model of change. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 51(3), 390-395.

 

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