Lo smart working ha trasformato radicalmente le modalità di lavoro, influendo in modo profondo sulla salute psicologica dei lavoratori. Durante la pandemia di COVID-19, in Italia il lavoro da remoto è cresciuto del 69%, mentre a livello globale l’81% della forza lavoro ha subito cambiamenti significativi nella propria modalità operativa (Savić, 2020). Questa evoluzione globale ha generato vantaggi in termini di flessibilità e riduzione dei tempi di spostamento, ma ha anche prodotto costi sociali e psicologici non trascurabili, tra cui isolamento sociale e incremento dello stress.
Vantaggi: flessibilità e miglior bilanciamento vita-lavoro
Lavorare da casa offre una maggiore flessibilità e autonomia nella gestione del tempo e degli spazi, migliorando così il bilanciamento tra vita lavorativa e privata. I lavoratori possono dedicare più tempo alla famiglia e agli interessi personali, riducendo così lo stress e aumentando il benessere generale. La riduzione del tempo speso in spostamenti e la possibilità di operare in un ambiente confortevole hanno portato molti a percepire un aumento della soddisfazione e della motivazione.
Sfide: isolamento e difficoltà comunicative
Nonostante i benefici, il lavoro da remoto comporta numerose sfide:
- isolamento sociale e disconnessione dal team: la mancanza di interazioni faccia a faccia può far sentire i lavoratori isolati e meno integrati nel gruppo;
- difficoltà nel separare vita lavorativa e personale: l’assenza di confini chiari può aumentare il rischio di burnout, creando una sovrapposizione tra sfera privata e professionale;
- aumento dello stress: l’incertezza e la continua necessità di adattamento possono incrementare i livelli di stress;
- impatto sulle dinamiche di gruppo: la distanza fisica può indebolire la coesione e la collaborazione all’interno dei team.
Dal punto di vista psicologico, si osserva un aumento di ansia, disturbi del sonno e dell’alimentazione, oltre a una marcata tendenza all’isolamento. Questi fattori influiscono negativamente sull’efficacia lavorativa e sul benessere psicofisico, rischiando di compromettere ulteriormente il bilanciamento tra vita privata e lavoro. La mancanza di separazione fisica rende infatti difficile per molti lavoratori “staccare” mentalmente, mentre l’isolamento sociale amplifica la sensazione di irritabilità e la difficoltà nel condividere e risolvere problematiche con i colleghi (APA, 2020).
Il ruolo cruciale delle risorse umane
In questo contesto, il dipartimento HR si rivela un elemento fondamentale per guidare la trasformazione verso un ambiente di lavoro che favorisca la salute mentale. Le Risorse Umane hanno la capacità e l’opportunità di:
- promuovere una cultura del benessere: integrare il benessere psicologico all’interno della strategia aziendale, rendendolo una priorità visibile e tangibile;
- formare i manager: fornire ai leader le competenze necessarie per gestire team remoti e ibridi, sottolineando l’importanza dell’empatia e della comunicazione efficace;
- implementare politiche di supporto: sviluppare e applicare politiche che favoriscano l’equilibrio tra vita e lavoro, come orari flessibili e il “diritto alla disconnessione”;
- monitorare e intervenire: utilizzare strumenti come sondaggi periodici e feedback per valutare il benessere dei dipendenti e adattare le strategie in modo dinamico.
Conclusioni
In conclusione, lo smart working presenta sia opportunità sia sfide psicologiche di rilievo. Sebbene offra maggiore flessibilità e autonomia, è cruciale adottare strategie per evitare isolamento, stress e sovraccarico. Mantenere confini chiari tra lavoro e vita privata, insieme a un supporto aziendale adeguato, può trasformare il lavoro da remoto in una risorsa preziosa per il benessere psicologico.